Vera Modigliani
Vera Modigliani

Nella Funaro (Alessandria d’Egitto, 1888 – Roma, 1974), di fede socialista, da giovanissima – per rendere omaggio alla rivoluzionaria russa Vera Zasulič – decise di cambiare il proprio nome in Vera. In seguito agli studi in Giurisprudenza all’Università di Pisa venne ammessa nel registro dei praticanti di Livorno (fu la prima donna italiana a essere iscritta all’Albo degli avvocati) ma le leggi dell’epoca non le consentirono di esercitare la professione. Nel 1908 sposò il socialista Giuseppe Emanuele Modigliani, detto Menè, e ne fu compagna inseparabile di vita e di lotta per circa quarant’anni, un sodalizio umano e politico conclusosi solo con la morte di lui. Essendo entrambi di origine ebraica, intrapresero insieme la via dell’esilio durante il fascismo – grazie al prezioso aiuto di Joyce Lussu – e, dopo la morte di Menè, Vera continuò la fervida attività di propaganda antifascista che aveva condotto con il marito.
Autrice di due opere in lingua francese, Les proces celebres de l’Italie (Paris, Payot, 1936) e L’italien d’aujourd’hui, par les textes (Paris, Librairie A. Hatier, 1937), nel 1946 pubblicò per la prima volta le sue memorie, che raccontano proprio il periodo dell’esilio. Nel 1947 si candidò nelle liste del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI) per il Senato ma non venne eletta. Due anni dopo, per onorare la memoria del marito, promosse la costituzione dell’Ente per la Storia del Socialismo e del Movimento Operaio Italiano con iniziative di ricerca, documentazione e valorizzazione della storia del movimento operaio e del socialismo italiano.

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